Etruria e Santa Fè
Dopo gli studi di grafica, nei primi anni novanta, le stesure in tempi diversi e le sovrapposizioni di smalti cominciano ad entrare nella progettazione delle mie ceramiche. Anche negli oggetti di uso quotidiano come ciotole e piatti le cotture e le smaltature si susseguono più volte fino ad arrivare alla soluzione “ottimale”, proprio come nel lavoro del grafico si susseguono i passaggi degli inchiostri. Ogni pezzo è “dipinto” quasi esclusivamente per immersione negli smalti, raramente utilizzando pennello e colore, proprio per consentire a quest’ultimo di stendersi uniformemente sulla superficie.
La naturale repellenza o attrazione tra gli smalti stessi e la terra nei differenti stadi della cottura si prestano così al “gioco” dell’artista. Il viaggio in India e l’esperienza di lavoro in Messico, la vista dei colori brillanti e dei fitti e ripetitivi decori (allo stesso tempo sintetici e semplici) utilizzati nell’architettura e nei tessuti influenzerà non poco la scelta dei colori con le loro sovrapposizioni e accostamenti. Come nelle collezioni “Santa Fe” (ispirato dai decori degli indiani del sud degli Stati Uniti e del nord del Messico) ed “Etruria” (ispirato dalle mie origini etrusche).